Si è conclusa la visita torinese di Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica italiana, con la commemorazione ai Caduti a Forno di Coazze.
Il clou della visita è stato l’incontro con la città, giornalisti e studenti, al teatro Regio nella centralissima piazza Castello a pochi metri dalla sede della Prefettura.
Qui, giovedì 23 aprile, il presidente ha tenuto la sua Lectio Magistralis, centrata sulla nostra legge fondamentale che è la Costituzione, entrata in vigore dal 1° gennaio 1948 (approvata il 22 dicembre del 1947 al 90% dei componenti dell’assemblea costituente).
Il presidente parte da un ricordo personale. Una radio. 25 luglio 1943. Lui diciottenne e la notizia imprevedibile della caduta di Mussolini. Ci fu subito la sensazione di liberazione dal fascismo e anche l’illusione che la guerra fosse finita. Furono determinanti, racconta il presidente Napolitano, le forze anglo-americane. Napoli fu liberata nel settembre del ‘ 43 ma il conflitto continuò da Roma in su.
Non è superfluo ricordare la storia dalla quale proviene la nostra Italia repubblicana, soprattutto la validità della Costituzione.
Quando fu compiuta la Liberazione si creò la Consulta nazionale, il Ministero della Costituente e le donne ebbero riconosciuto il diritto di votare ed essere elette per la prima volta nel nostro Paese. Rinacque così la democrazia anche se fu un processo lento.
Con la Costituzione si assiste al crollo dello stato liberale, del fascismo e dalla guerra. La Carta non è un residuato bellico – continua Napolitano – qualcosa di statico, ma è proiettata nel futuro e deve essere calata nella realtà attuale, fondata sugli ideali antifascisti.
A questo punto il presidente della Repubblica, rispondendo a polemiche nate sul tema in questi ultimi giorni, ha ribadito che il 25 aprile è la festa di tutti e non di una parte sola e questo perché la Costituzione è anche dei cittadini che non l’hanno subito conosciuta.
Ha poi ricordato che non è solo una Carta di valori ma di rilevanza giuridica. Insomma non è un manifesto morale – conclude il presidente – ma la legge primaria, suprema e fondamentale che va rispettata anche contro attacchi a volte sprezzanti.
La Costituzione non deve essere subordinata alle esigenze della governabilità.
E, infine, Giorgio Napolitano, con la visione della Costituzione dinamica ha precisato che essa offre orizzonti di libertà, uguaglianza e libertà. Ha poi ricordato il dramma del terremoto negli Abruzzi facendo rilevare lo spirito di unità tra tutte le forze impegnate nelle opere di soccorso.
Quindi un’esortazione, il rilancio del senso civico e culturale: e l’occasione è data dalla crisi economica attuale in cui ciascuno deve dimostrarsi all’altezza per affrontarla.


Nella foto: Gustavo Zagrebelsky al tavolo con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ha introdotto la Lectio Magistralis del capo dello Stato sottolineando il divorzio attuale tra politica e cultura e ringraziandolo per la sua presenza nella prima edizione della Biennale Democrazia

T.Dn Cittagorà

#

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *