Palazzo Civico

Durante il Consiglio comunale di lunedì 7 febbraio, l’assessore al personale Domenico Mangone ha risposto all’interpellanza generale presentata dai gruppi di Forza Italia-PdL, La Destra, Lega Nord e UDC, riguardante gli “Intendimenti dell’Amministrazione in conseguenza dell’ordinanza sospensiva del concorso da dirigenti”.

Domenico Mangone (assessore al Personale): La discussione è già stata affrontata con un lungo approfondimento durante una seduta di prima commissione della settimana scorsa. Nel frattempo non sono intervenute novità di rilievo.
Credo sia comunque utile una cronistoria, partendo dal 18 maggio 2010, quando con una delibera viene bandito un concorso per 15 dirigenti. La delibera, oltre a stabilire il numero dei dirigenti valutato rispetto alla pianta organica, individuava al punto 3 quale presidente della commissione esaminatrice l’attuale direttore generale del Comune di Torino e, per fare parte della commissione, esperti di comprovata capacità professionale.
Questa delibera non è stata impugnata. I quattro ricorrenti (che non hanno superato la prova scritta) hanno invece impugnato tutti i provvedimenti successivi. Il TAR ha accolto due delle motivazioni e, precisamente, la nomina dei membri della commissione esaminatrice (l’allora segretario generale, il vicedirettore vicario dei servizi tecnici, il direttore del personale) e la coincidenza della commissione tra master e concorso.
Per concludere, in data 1 febbraio 2011, è stata approvata una delibera per costituirci (come Comune) davanti al Consiglio di Stato e fino a quando non ci sarà un suo pronunciamento, la situazione rimarrà quella attuale.
Da informazioni in nostro possesso, poi, non risulta alcun fascicolo aperto presso la Procura.

Palazzo Civico

Dopo l’assessore, sono intervenuti i consiglieri comunali.

Ferdinando Ventriglia (AN-PdL): Mi sorprende il silenzio della maggioranza su questa vicenda che dà la sensazione di una burocrazia totalmente fuori controllo, che esprime pezzi di apparato che si rinnovano per cooptazione. Il provvedimento di sospensiva del Tar va eseguito, per evitare ulteriori sprechi di denaro pubblico anche in conseguenza di atti illegittimi.
L’Amministrazione comunale ha la responsabilità politica di aver lasciato consolidare una cultura di pressappochismo, faciloneria e arroganza.
A parte le questioni di opportunità, visto che sembra che ogni vincitore abbia un mentore, è incontestabile che coloro che sono stati tutor, durante il master, sono diventati membri della commissione di valutazione, il che rappresenta un’illegalità.
Antonello Angeleri (Lega Nord): Siamo ai primi di febbraio e, su 4 consigli comunali, in 3 è mancato il numero legale. C’è la convinzione, in questa maggioranza, che si possa fare tutto e il contrario di tutto. Vorrei sottolineare che negli anni ’80 si respirava un clima di appartenenza e orgoglio, di lavorare per la città. Oggi non c’è più. Forse perché si è premiata di più l’appartenenza politica che quella professionale? Se oggi pezzi della macchina comunale sono fuori controllo, i motivi vanno ricercati nelle gestioni precedenti. Nel passato, l’opposizione avrebbe richiesto una commissione d’indagine per questo problema, noi aspettiamo il giudizio del Consiglio di Stato. Però c’è una sentenza del Tar e il suo provvedimento deve essere applicato prima del Consiglio di Stato. Spero che da questa lezione s’impari.
Giuseppe Lonero (La Destra): I cittadini devono avere la certezza che si adottino criteri di meritocrazia e trasparenza.
Vogliamo fugare i dubbi in merito a favoritismi, procedure concorsuali costruite ad hoc per pre-scelti e scelta dei vincitori a tavolino. Il ricorso presentato al TAR è la conferma che questi dubbi fossero leciti.
Buona parte dei vincitori sono noti per avere alte competenze e professionalità, sarebbero risultati in ogni caso vincitori. Perché allora il percorso del concorso è stato costruito ritenendo necessario organizzare un master come requisito fondamentale per la partecipazione al concorso? Sarebbe stato più lineare organizzare il concorso e far seguire il master solamente ai vincitori. L’amministrazione ha dimostrato un delirio di onnipotenza che ha generato un malessere diffuso con conseguente ricorso al TAR.
Il nostro obiettivo è quello di evitare l’esposizione della Città che da queste vicende può solo ricavare un ingente danno.
Maria Teresa Silvestrini (Rifondazione Comunista): Il parere dell’avvocato dei ricorrenti sottolinea che Statuto e Regolamenti debbono uniformarsi al principio di separazione dei poteri, per garantire imparzialità. Invece, questa Amministrazione interpreta in maniera discutibile la propria autonomia, nominando le Commissioni di valutazione dei concorsi evadendo le normative nazionali e comunali. Inoltre, non è stato rispettato il principio di pari opportunità nella nomina della Commissione giudicatrice. La valutazione positiva della vicenda deve tenere conto che il ricorso nasce dalla frustrazione dei dipendenti interni che vedono le proprie aspirazioni di carriera bloccate dalle assunzioni a tempo indeterminato di dirigenti “Bassanini” assunti temporaneamente per portare avanti le politiche della Giunta.
Enzo Lavolta (PD-L’Ulivo): Pur rispettando l’atteggiamento difensivo dell’Amministrazione comunale, chiediamo il pieno riconoscimento dell’ordinanza sospensiva del concorso emessa dal TAR. Lo chiediamo nell’interesse dei partecipanti al concorso, nell’interesse del buon funzionamento della macchina amministrativa e al fine di salvaguardare l’immagine della Città.
La maggioranza che regge Palazzo civico ha dimostrato attenzione alle procedure concorsuali messe in atto dal Comune. E siamo convinti siano sempre state improntate alla massima trasparenza.
Ma se fossero riconosciute responsabilità nell’esecuzione delle procedure amministrative non avremmo timori a cambiare atteggiamento per far chiarezza sui fatti accaduti.
Andrea Giorgis (Pd-L’Ulivo): E’ sbagliato veicolare l’idea che chi è valido e capace è sistematicamente escluso ed è ancora più sbagliato e grave sostenere che tutti i possibili dipendenti siano raccomandati. Se ci sono regole da cambiare, si istituisca subito la commissione di indagine.
Ora c’è un processo in corso, il Consiglio di Stato dirà se il Tar si è sbagliato, abbiamo il dovere di aspettare la sentenza ma, se abbiamo a cuore il rispetto dei lavoratori, non bisogna contribuire a dare l’idea di dipendenti raccomandati, fannulloni o di dirigenti legati a correnti politiche.
La scelta della strategia difensiva è interna alla struttura amministrativa? Se la scelta è politica, la Giunta ci spieghi perché non ha ritenuto di dare seguito alla decisione del Tar.
Valter Boero (UDC): Penso che l’intendimento di questa iniziativa non sia di mettere in difficoltà i dipendenti del Comune di Torino, ma, anzi, il contrario.
Serve il riconoscimento professionale per chi svolge con impegno i propri compiti. Sulla base delle cose che ho letto i dubbi sul concorso di cui stiamo discutendo, rischiano di gettare un’ombra sull’operato di questa amministrazione. Vedo un errore grossolano, da circoscrivere sanzionando chi questo errore ha commesso.
C’è la percezione di un concorso svolto in modo discutibile e serve maggiore attenzione quando a bandire un concorso è un ente pubblico.
Gavino Olmeo (Alleanza per l’Italia): Una cosa è porre dubbi circa le procedure poste in essere, altro è avere dubbi circa le qualità dei 15 vincitori. Aver servito la Città con un incarico a tempo determinato non è un demerito del dirigente. Non si può impedire ai dirigenti Bassanini di partecipare ad un concorso pubblico: alcuni sono così bravi che hanno ricevuto dalla giunta anche altri incarichi esterni.
Credo sia necessario chiarire due punti: il primo orientato ad individuare chi ha operato la decisione di dare sospensiva della procedura del TAR ed il secondo volto a non confondere la sospensiva con il giudizio di merito.
Se la sospensiva non sarà confermata potremmo dire che la Città ha operato in modo corretto, mentre le cose saranno ben diverse se il TAR si pronuncerà contro la Città.
Maurizio Bruno (Moderati): Credo che la sospensiva imposta dal Tar sia in questo caso un fatto cautelativo e non vada confusa con una sentenza di merito. Avrei quindi preferito aspettare a discutere sul concorso dei dirigenti, affrontando la situazione quando il giudizio sarà definitivo. C’è sicuramente un malessere diffuso nel personale dell’Amministrazione, ma credo sia dovuto anche all’atteggiamento del Governo nei confronti dei dipendenti pubblici e all’abuso del termine “fannulloni”. Non percepisco giustamente imbarazzo nell’Assessore e nella Giunta: quindi aspettiamo con serenità la sentenza definitiva per giudicare.
Andrea Tronzano (Forza Italia-PdL): La nostra idea è di stabilire regole, certe e uguali per tutti, senza polemiche, senza condannare questo concorso. Ci sono stati alcuni concorsi, dove sono emerse criticità, un disagio, come nel concorso per il passaggio al livello D, soprattutto in quello della Polizia Municipale. Probabilmente qualcosa da verificare c’è. Noi siamo per rispettare la sentenza del Tar, così come doveva essere già fatto per il concorso della Polizia Municipale. Vogliamo conoscere l’indirizzo del Consiglio comunale da indicare alla Giunta. Non deve esserci troppa discrezionalità in questi concorsi, ma regole chiare e certe.
Marco Calgaro (Alleanza per l’Italia): E’ chiaro che, dal punto di vista tecnico, dobbiamo aspettare il Consiglio di Stato, e poi fare il punto della situazione.
Dal punto di vista politico e da cittadini dobbiamo assolutamente incrementare la trasparenza della pubblica amministrazione e premiare davvero il merito. Non può persistere il dubbio, ed è un dubbio che pervade anche me, che nelle aziende municipalizzate non avere la tessera di questo o quel sindacato sia estremamente penalizzante per la carriera, oppure che le commissioni dei concorsi comunali siano composte in modo tale che forse sarebbe meglio e più trasparente la scelta diretta dei dirigenti
Moltissimi dipendenti della pubblica amministrazione sono orgogliosi di lavorarvi e lo fanno per scelta, cerchiamo di non scoraggiarli.
Marco Grimaldi (SEL): Non bisogna far diventare il Consiglio comunale un secondo TAR. Bisogna chiarire perché, in un paese come l’Italia, le persone che organizzano un concorso sono anche quelle che scelgono le commissioni ex-ante, in itinere ed ex-post.
La giustizia serve a tutti i cittadini, non solo ai vincitori del concorso o a chi ha presentato ricorso, in modo che chi farà concorsi in futuro possa avere la certezza di un’amministrazione trasparente L’unico indirizzo è capire se l’amministrazione ha fatto le giuste considerazioni. L’unica considerazione è quella che ci spinge a richiedere le motivazioni che hanno portato i massimi dirigenti dell’amministrazione e la giunta a ricorrere contro la sospensiva TAR.
Al termine, la replica dell’assessore Mangone ha concluso il dibattito: Noi siamo abituati a rispettare le decisioni della Magistratura perché ne abbiamo fiducia. Sulla mancata applicazione della sospensiva, quindi, voglio dire: quale amministrazione di buon senso deciderebbe diversamente da quanto abbiamo deciso noi. Assumeremo decisioni solo dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che, peraltro, dovrebbe arrivare entro la fine del mese. E comunque ci tengo a ribadire che con questo concorso non abbiamo sistemato amici o staffasti di assessori. Non ce ne sono! Spegniamo allora la macchina del fango che rende tutti noi meno credibili di fronte all’opinione pubblica.

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