SU FACEBOOK UN VERGOGNOSO “GIOCO” CHE IRONIZZA SUI 7 OPERAI BRUCIATI VIVI, SULLA CONDANNA E SUI RISARCIMENTI DECISI DALLA CORTE D’ASSISE DI TORINO

L’on. Boccuzzi ha chiesto l’immediata chiusura della pagina web

La morte dei 7 operai della ThyssenKrupp, il dolore dei familiari delle vittime e la sentenza di condanna pronunciata dalla Corte d’Assise il 15 aprile a Torino nei confronti dei vertici della multinazionale tedesca diventano oggetto di scherno in una vergognosa pagina di Facebook, nella categoria “svaghi”, denominata “Sentenza Thyssenkrupp: Brucia & Vinci 1.000.000 di euro”.

I volti degli operai morti nel rogo vengono inseriti in un “gratta e vinci” accanto a tante fiammelle, in un diabolico “gioco” in cui puoi vincere un milione di euro… se muori sul lavoro.

L’on. Antonio Boccuzzi, ex operaio ThyssenKrupp sopravvissuto al rogo, ha chiesto stasera l’immediata chiusura della pagina web, con una denuncia alla Polizia Postale.

“È una vergogna – dichiara l’on. Boccuzzi – non ho parole per commentare una tale ignominia. È un’offesa imperdonabile ai miei colleghi morti mentre stavano facendo il proprio dovere, ai loro cari e a tutte le persone che hanno perso la vita o hanno subìto un infortunio nei luoghi di lavoro”.

Sdegno condiviso anche da Enzo Lavolta, presidente della Commissione Lavoro del Comune di Torino: “Sono solidale con i parenti delle vittime e gli ex operai dell’acciaieria. Non si possono tollerare episodi del genere. Si vuole svilire l’importante lavoro svolto dalla Procura della Repubblica di Torino, offendendo la Giustizia e il comune senso del pudore”.

Questa, l’assurda descrizione della pagina web:

“Sentenza shock al processo ThyssenKrupp, dopo nove ore di camera di consiglio. La Corte non ha riconosciuto le responsabilità effettive dei 7 operai che, per mancanza di professionalità, inadempienze e forse abuso di alcolici e droghe leggere, che causano stanchezza e sonnolenza (come spesso accade nei casi di incidenti sul lavoro), ignorarono le misure di sicurezza previste nel luogo dell’incidente. Con sorpresa e sgomento, si è appreso che i parenti delle vittime saranno risarciti con un milione di euro. Uno dei parenti, sentendo la cifra spropositata, è svenuto dalla gioia. Il denaro verrà estorto dalle tasche dei dirigenti Thyssen. L’amministratore delegato della Thyssen, Herald Espenahan, è stato condannato per omicidio volontario con dolo eventuale, come se fosse un volgare piromane. La pena: 16 anni e sei mesi di carcere. Poche ore dopo la sentenza, il gruppo Thyssen minaccia di chiudere lo stabilimento torinese, a discapito di moltissimi lavoratori onesti che si troverebbero senza lavoro a causa dell’irresponsabilità dei sette operai deceduti, dell’operato poco ortodosso e sommario dei giudici di Torino e della pressione mediatica della Cgil”.

La pagina Facebook ironizza anche sull’Olocausto: un utente (Ulfo Kagonovic) si chiede se sia meglio morire di freddo in un lager o di “caldo” (ovvero bruciati vivi, ndr) ma “con risarcimento”.

Un altro utente (Gretah Erdbar) scrive, commentando una foto di un prigioniero di un campo di concentramento: “Per facilitare l’identificazione dei lavoratori, in caso di decesso, procederemo presto a marchiare a fuoco un numero identificativo sul loro avambraccio. Ai parenti basterà pregare i propri defunti di far uscire quei numeri, per diventare ricchi”.

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