Mille e seicento ciclisti per un nuovo parcheggio a Porta Susa.

Il gruppo torinese della Federazione italiana Amici della bici da marzo raccoglie firme perché Città e Ferrovie rispettino quanto previsto dal Biciplan comunale: «Il parcheggio custodito per le bici nella stazione di Porta Susa è già previsto – ha spiegato il presidente Samuele Bavuso – Con la nostra petizione speriamo accelerare il progetto. A marzo 2013 ci era stato garantito che si sarebbe attuato, ma non si è visto nulla».

Dal Comune però arrivano garanzie, l’assessore all’Ambiente, Enzo Lavolta, promette che già oggi verrà trattato l’argomento: «Abbiamo in programma una riunione con Ferrovieperché vogliamo trovare uno spazio che dia visibilità al Bike sharing per chi arriva in città. Vista la raccolta di firme metteremo tra gli argomenti anche il bici park». L’associazione spera che l’iniziativa parta dalla nuova stazione, ma si estenda anche a Porta Nuova e Stura.

Le associazioni della rete Fiab hanno anche già individuato i locali della stazione che si potrebbero utilizzare: «Nel piano interrato ci sono cento metri quadri inutilizzati – spiegano– Se riuscissimo a fare come in altre stazioni italiane potrebbe ospitare anche 200 biciclette». Uno dei pochi esempi piemontesi di parcheggio bici in stazione è ad Avigliana, dove per accedere ai box i ciclisti si sono iscritti a una lista d’attesa: «Dare un posto sicuro dove lasciare la bici quando si prende il treno è un incentivo a utilizzarla, a Mestre in un poco più di un anno hanno dovuto passare da 400 posti a 800 Potrebbe essere anche un’occasione per dare lavoro a qualcuno».

Il rapporto bici/treno in Piemonte è piuttosto difficile in questo momento, come riconosce, Giacomo Scognamillo (Fiab-Fs): «Il regolamento regionale non permette di trasportare più di 10 bici a treno e in alcuni nessuna». Il sogno di una Porta Susa bike friendly è condiviso dall’assessore Lavolta: «Per ora è solo una suggestione, ma la mia speranza è che con la riunione di oggi parta un processo che ci permetta di avere, oltre al ricovero per le bici, anche una ciclofficina in stazione».

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