«Salvare la Rai di Torino» e’ la mission che, da oltre un decennio, i parlamentari piemontesi si danno ciclicamente cercando di contrastare le continue spoliazioni di attivita’ in favore dei centri di Roma e di Milano, e di esternizzazioni. L’ultima minaccia e’ il trasferimento su satellite delle produzioni per l’infanzia e i ragazzi, «un patrimonio culturale e lavorativo» della sede tv di via Verdi e che il centro di produzione non puo’ perdere, pena la sua stessa sopravvivenza visto che e’ l’ultimo filone rimastogli (con i programmi giornalistici). Si presenta bipartisan la task force di politici (gli onorevoli Stefano Esposito, Giorgio Merlo, Mimmo Luca’ del Pd e Osvaldo Napoli del Pdl) e di amministratori locali (Antonio Saitta della Provincia, Andrea Bairati e Paola Pozzi della Regione, ENZO LAVOLTA e Giulio Cesare Rattazzi del Comune) che ha sottoscritto l’interrogazione alla Commissione di vigilanza per avere l’audizione del direttore di Raitre, Antonio Di Bella, in quanto responsabile della produzione dei programmi per i ragazzi. E’ un settore fondamentale – hanno detto – per una buona formazione pedagogica dei bimbi». Rai Torino, nel suo insieme, ha perso dal 45 al 60 percento del personale: in via Verdi (radio-tv) sono rimasti 350 dipendenti, in via Cernaia (amministrazione, finanza, abbonamenti) 400 (e 200 collaboratori); per l’Orchestra Sinfonica Nazionale 130; in corso Giambone (centro ricerche) 60. Lavoratori e sindacati inoltre, non hanno piu’ informazioni sulla palazzina che dovrebbe sorgere in corso Giambone (al posto del palazzo di via Cernaia): chiedono un piano sul futuro delle sedi e delle attivita’.
Preoccupati i sindacalisti di base della Rai di Torino, hanno assistito alla conferenza stampa in silenzio, poi alcuni hanno commentato amaramente: «E’ bene che le forze politiche si presentino unite – ha affermato Eros Temponi, delle Rsu di via Cernaia -, speriamo, perche’ promesse ne abbiamo gia’ sentite». «E’ necessario attivarsi per difendere le residue trasmissioni prodotte a Torino – ha osservato Marco Berti, delle Rsu -, ma tutte le attivita’ della Rai vanno sostenute: dal centro ricerche a quello amministrativo e finanziario: oltre i posti di lavoro c’e’ un’economia da salvaguardare sul territorio, specie di fronte alla crisi che incide pesantemente sull’industria».

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