CARTA DEI VALORI DELLA COALIZIONE DEL CENTROSINISTRA PER IL 2021

Torino appare oggi come una città in difficoltà, una città rallentata, una città che soffre. Questo abbiamo di fronte dopo 4 anni e mezzo di amministrazione Appendino che, nata sotto importanti promesse ed intenzioni di cambiamento, si è presto arenata sotto il peso di contraddizioni e conflitti interni: l’abbiamo visto sia su grandi eventi come Olimpiadi Invernali o Salone dell’Automobile, sia su questioni più squisitamente amministrative come la gestione delle anagrafi o l’ordine pubblico. Il vero limite di questa amministrazione è stata la mancanza di una visione chiara e complessiva su come orientare il presente e il futuro di Torino, a partire dalle questioni più immediate come il decoro urbano, fino ad arrivare alle grandi sfide strategiche come la rimodulazione dei servizi essenziali e la valorizzazione degli assi di sviluppo della città. 

Di fronte alla nuova tornata elettorale che ci attende, il centro-sinistra con tutte le sue componenti attive dentro e fuori dal consiglio comunale, avrà un grande compito: ripartire.

L’avversario è e sarà il centro-destra, con la sua strategia tanto classica quanto spregiudicata di soffiare sul fuoco delle paure, dell’egoismo, dell’incertezza, delle difficoltà sociali ed economiche. 

Torino invece ha sempre trovato nel pluralismo dei suoi cittadini e nella ricchezza delle loro differenti storie, la sua peculiarità e la sua forza. Torino è fiorita, fin dagli albori, grazie al lavoro di donne e uomini che provenivano da posti diversissimi eppure qui, in questo fazzoletto di terra adagiato fra Alpi e colline, hanno deciso di impiantare la propria vita e di dare il meglio di sé stessi. Per questo chi vuole speculare sulle divisioni, mettendo gli uni contro gli altri, non fa il bene della città ma solo il proprio tornaconto. C’è bisogno oggi più che mai di dialogare, di condividere le responsabilità così come i servizi che la città deve offrire, perché diritti e doveri siano uguali in ogni angolo di Torino. Solo in questo modo potremo stringerci e farci forza contro un nemico che, pur essendo minuscolo, si insinua dentro di noi e ci costringe in un letto di ospedale appesi fra la vita e la morte.

Sì, perché a dividerci certamente ci proverà il Covid19 e non solo adesso, ma anche dopo l’arrivo (si spera prima possibile) di un vaccino. Le conseguenze economiche, sociali, sanitarie e psicologiche saranno lunghe, dure e complesse. Per questo sono necessarie le forze di tutti, le intelligenze di tutti, le competenze di tutti, le energie di tutti. Di fronte al virus siamo praticamente tutti, ognuno per le sue debolezze, fragilissimi. Chi per motivi di salute, chi per ragioni economiche, chi per questioni psicologiche, nessuno può dirsi immune, ma insieme possiamo dirci protetti. Il compito dell’amministrazione sarà proprio questo, abbracciare e sostenere tutti all’interno della città, mettendo in connessione i bisogni e le capacità dei differenti pezzi di città, perché nessuno sia solo o dimenticato. 

A causa ma anche al di là della difficile contingenza che stiamo vivendo, diventerà doppiamente importante porre basi solide per la ripartenza di Torino, che rappresentino l’ossatura di un progetto complessivo realizzabile, concreto, preciso e solido, in cui tutte le forze politiche e civiche coinvolte possano riconoscersi e per cui vogliano spendersi. Un progetto che sappia parlare a tutti gli angoli della città, ai cittadini e alle loro sensibilità, per rappresentare qualcosa in cui credere o per cui lottare. 

Non possiamo quindi commettere l’errore di considerare sufficiente affidarci ad una mera somma di tutte le battaglie messe in campo contro le scelte dell’amministrazione uscente, o affidarci a qualche slogan gentilmente offerto e prestato da qualche carismatico leader nazionale. La città è di chi la vive giorno dopo giorno, perché sa bene cosa scorra nelle sue vie e cosa passa nelle teste dei suoi cittadini. Noi che la amiamo possiamo dirlo con certezza: 

Torino è altro, Torino è di più. Torino vuole altro, Torino vuole di più. 

Torino vuole INFRASTRUTTURE. Torino è il perno del Piemonte e vuole allungare lo sguardo fino alla Francia e al nord Italia, senza dimenticare le importanti connessioni con gli altri capoluoghi italiani e il resto della penisola. Per generare dinamismo nell’economia locale e sviluppo di processi sovra regionali, è necessario che Torino sia raggiungibile e percorribile. La linea 2 della metropolitana è una priorità assoluta, sia perché restituisce protagonismo e dignità ai poli nord e sud della città che sono densamente popolati e scarsamente serviti, sia perché consente di abbattere significativamente il traffico veicolare. Il tracciato SFM va inoltre arricchito di corse e collegamenti, per consentire di muoversi quotidianamente a studenti e lavoratori che arrivano dalla cintura. Bisogna rafforzare i collegamenti ferroviari extraregionali, verso gli altri capoluoghi e verso l’Europa, valorizzando l’alta velocità con frequenti passaggi e convezioni per prezzi e abbonamenti. Infine bisogna difendere e rilanciare l’aeroporto di Torino Caselle, che ha rappresentato un grande traguardo per la Torino internazionale e deve diventare avamposto del nostro sguardo verso il mondo e dal mondo.

Torino vuole RESPIRARE. Un piano per la qualità dell’aria cittadina che sia davvero impattante, saprà guardare oltre i vecchi palliativi come le domeniche a targhe alterne e soprattutto non dipenderà dalla logica emergenziale post sforamento dei livelli di PM10, come accade ogni anno a Torino. C’è bisogno piuttosto di un piano che intervenga sull’equilibrio dei fattori inquinanti, considerando Torino come area metropolitana, molto oltre i suoi confini amministrativi. Gli assi di analisi e sviluppo del piano per la qualità dell’aria si muoveranno sui 3 crinali più impattanti per la questione ambientale: emissioni da processi produttivi, emissioni domestiche, emissioni da trasporti e mobilità. Integrando questi 3 livelli di strategia ogni pezzo della città farà la sua parte, evitando di scaricare i sacrifici solo su una categoria, oppure di colpevolizzare vecchie abitudini senza proporne di nuove.

Torino vuole UN COMUNE EFFICIENTE. Le persone non devono più guardare con sfiducia, sconforto e paura ogni piccola pratica amministrativa che devono svolgere. Il Comune deve essere trasparente, aperto ed efficiente, nella gestione di tutte le pratiche di back e front-office che gli competono. Uno sforzo per la digitalizzazione dei servizi, una semplificazione delle procedure burocratiche per il cittadino e le imprese, un miglioramento dei tempi di attesa e dei canali di comunicazione con gli utenti, sono elementi non più trascurabili perché ne va della qualità della vita delle persone. La riorganizzazione dei servizi alla persona e della loro fruibilità deve essere una assoluta priorità a Torino perché ad oggi è decisamente un suo punto di grande debolezza. Il caos delle anagrafi, dei servizi decentrati, della macchina amministrativa in generale ha bisogno urgente di soluzioni e semplificazioni. Questo al fine di creare un nuovo rapporto con il cittadino, che sia collaborativo, efficiente e accessibile per tutti i torinesi, di tutte le età e in tutti i quartieri.

Torino vuole LAVORO. La deindustrializzazione ha fortemente colpito e compromesso le basi economiche e di sviluppo della nostra città. Il rilancio turistico che si era intrapreso a partire dalle scorse Olimpiadi Invernali ha subito una forte battuta d’arresto in seguito al Covid19. Torino ha bisogno di lavoro, di opportunità di crescita nei settori strategici per la città, considerate la sua storia e le sue vocazioni. Il settore della ricerca tecnologica e dell’innovazione che può contare su un grande acceleratore di futuro come il politecnico di Torino e può proiettarsi ben oltre i confini nazionali, il settore dell’automotive e tutto l’indotto conseguente che vanno protetti e accompagnati nella transizione ecologica senza rinunciare alla qualità e alla cura dei dettagli che distinguono da sempre i prodotti italiani, il settore turistico va sostenuto e integrato sempre più stabilmente con l’offerta di collegamenti, l’offerta culturale e l’offerta enogastronomica. I giovani saranno il perno di questa rinascita cittadina, ma questo verrà trattato in un a parte.

Torino vuole CULTURA. La cultura è una grande fonte di piacere, socialità e identità. Torino da sempre coltiva radici culturali plurali e aperte, che spaziano in tutti i settori dell’arte, dei beni culturali e delle attività culturali. Per questo la cultura può essere un motore di futuro e per questo c’è bisogno che la città ricostruisca il suo legame con tutte le realtà culturali locali, soprattutto in questa fase di grande sofferenza e che si candidi ad ospitare manifestazioni ed eventi di portata internazionale. Da un lato bisogna dare ossigeno a chi sul territorio fa cultura da anni, con costanza e determinazione, dall’altro bisogna sperimentare nuove forme di fruizione della cultura e di promozione delle realtà locali.

Torino vuole I GIOVANI. Il futuro è adesso, nelle migliaia di giovani che studiano a Torino fin dalle scuole superiori. Torino città dei giovani deve partire dai servizi, da un piano per l’offerta integrata che garantisca il diritto a muoversi in città, il diritto alla casa, il diritto agli spazi per lo studio, per lo sviluppo dell’imprenditorialità, per la socialità. Quindi residenze e convenzioni per l’abitare, carta della mobilità e dei servizi, spazi di socialità, coworking e cultura dal basso. I giovani non hanno bisogno di sermoni, ma di strumenti, che possano utilizzare liberamente per realizzare sé stessi e la propria visione del mondo e del lavoro. Torino città Universitaria può mettere da oggi le radici nel futuro, sostenendo programmi di ricerca e di sviluppo dell’imprenditorialità e del lavoro autonomo. Programmi di inserimento lavorativo, percorsi di stage e tirocini garantiti e adeguatamente remunerati. E’ necessario farsi garanti e promotori di questi processi, lavorando sulle condizioni di partenza più eque, inclusive e sostenibili, perché gli esiti di questi percorsi possono essere ben più grandi, importanti e innovativi di come oggi noi possiamo immaginare.

Torino vuole INTRAPRENDENZA. Le imprese attraversano una fase di grande incertezza e di forti difficoltà. La città deve proteggerle e sostenerle in questa fase critica, facendosi garante delle loro istanze e sperimentando partnership e nuovi strumenti. Lo sviluppo degli strumenti digitali, la crescita dell’e-commerce, l’apertura verso i mercati esteri, sono processi che la città deve monitorare insieme alle imprese, affinchè vadano a loro beneficio e non a scapito di tanti anni di esperienza e di attenzione alla qualità. Uno sportello per i finanziamenti europei, un dialogo costante con le associazioni di categoria, un tavolo permanente sull’impresa con le istituzioni di grado superiore e con gli attori coinvolti. Le imprese hanno importanti emergenze di cui occuparsi, compito della città è accompagnarle in questi processi, fornendo supporti e semplificazioni amministrative che possano sgravarle da pesi ulteriori e attualmente difficilmente sostenibili.

Torino vuole SOLIDARIETA’. Il benessere di Torino è molto di più della somma del benessere dei suoi abitanti. Il benessere di Torino passa inevitabilmente dall’uguaglianza e dall’equità. Non possiamo permettere che ci siano una città di serie A e una città di serie B, i cui connotati cambiano a seconda del quartiere in cui ci si trova. Il diritto alla casa, il diritto all’accesso ai beni di prima necessità, il diritto alla salute, il diritto allo studio, il diritto al lavoro, devono essere ugualmente garantiti in tutti i punti della città e per tutte le età, estrazioni e provenienze dei cittadini. Molto spesso questo passa attraverso l’instancabile lavoro delle associazioni del Terzo Settore, che si impegnano da decenni sull’inclusione delle persone fragili, delle persone con disabilità, delle persone straniere, delle persone svantaggiate. Il loro lavoro va riconosciuto e sostenuto, superando la logica dei bandi che hanno durata limitata e non sono adeguati invece a progetti decennali che quindi ormai hanno le caratteristiche di veri e propri servizi. Tutto ciò che cresce a Torino, coloro che investono sulla città perché decidono di impiantare qui i semi della loro impresa e del loro business, devono sempre essere messi in contatto con l’ambiente circostante. Ogni investimento locale deve essere anche un investimento sociale, che abbia ricadute concrete in termini di servizi e opportunità per le aree e le fasce di popolazione più svantaggiate. A farsi garante di questi processi deve essere la città, che dovrà reperire fondi per le associazioni e mettere a regime linee di finanziamento costanti per i servizi essenziali di assistenza alla persona e alle fragilità. 

Torino vuole i suoi NEGOZI. Il commercio è uno degli assi fondamentali della città in quanto rappresenta la linfa vitale, la luce fondamentale, che tiene in vita moltissime vie e zone di Torino. La sofferenza del comparto è chiara a tutti e il rischio di ritrovarsi con intere zone desertificate, spente, abbandonato, è sempre più urgente e concreto. Un piano per il commercio cittadino parte dall’ascolto delle associazioni di categoria, dall’indagine demografica e socioeconomica dei quartieri e dall’impostazione di un “kit di rilancio commerciale” che fornisca ai commercianti di tutta la città una serie di strumenti fondamentali alla loro sopravvivenza. Incentivi e sostegni sui costi fissi crescenti, programmi di formazione permanente per l’innovazione del business, politiche di decoro urbano e urbanismo tattico che ridisegnino le vie commerciali trasformandole in centri del commercio diffuso dove sia possibile trovare, vicino a casa, tutto ciò di cui si ha bisogno, (animazione, contatto umano e socialità comprese). Il commercio non è un elemento incidentale della città, ma deve essere un elemento connotante, da proteggere e rilanciare come presidio di quartiere contro il degrado e l’abbandono. L’innovazione degli strumenti e delle tecniche di vendita va accompagnato e costruitato insieme ai commercianti, per cui la città deve essere un compagno di strada e non un esattore delle tasse. Sistemi di e-commerce, di consegna a domicilio, competenze e programmi di digitalizzazione del business, possono fare la differenza, ma di certo non sono accessibili a tutti i commercianti in tutte le zone della città. Portarli ovunque, garantirli a tutti, adeguarli alle esigenze, sarà compito dell’amministrazione comunale.

Torino vuole RESTARE ANTIFASCISTA. Una Regione medaglia d’oro per la Resistenza, una città che ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane per difendersi dalla bestia fascista, non può, non vuole e non deve dimenticare le proprie radici. L’antifascismo è nel DNA di Torino ed è molto di più che memoria storica. L’antifascismo è un modo di vivere che si traduce in dialogo, difesa dei diritti dei più deboli, inclusione delle fragilità, ascolto del diverso, difesa dei valori della Costituzione. In una città antifascista nessuno nega le difficoltà della convivenza fra le persone, ma chi semina odio e intolleranza, chi usa la violenza verbale e fisica contro altri esseri umani, non è considerato portatore di un’opinione ma responsabile di un reato. Torino vuole restare antifascista per essere sé stessa, per riconoscere e proteggere la dignità delle donne e degli uomini di qualsiasi estrazione sociale, economica e geografica.

Torino vuole lo SPORT. Lo sport è un potentissimo antidoto contro la solitudine, contro le malattie, contro la sofferenza. Lo sport è un linguaggio universale di inclusione e libertà, abbatte le barriere e tiene insieme le persone. Il diritto allo sport significa investire nella manutenzione e nel miglioramento degli impianti sportivi, sostenere le associazioni di tutte le dimensioni che si occupano di fare sport sul territorio, sponsorizzare la cultura dello sport come prevenzione delle malattie per tutte le fasce d’età, valorizzare le eccellenze sportive che sul nostro territorio nascono e crescono, aprirsi alle competizioni sportive grandi e piccole come eventi per il rilancio della città a livello europeo e internazionale.

Questi sono solo alcuni degli assi fondamentali che servono per ricostruire l’ossatura della città e garantire a tutti i suoi cittadini, a prescindere da posizione, condizione socio-economica, età e provenienza geografica, di sentirsi parte integrante e integrata della città.

Per costruire una visione di Torino che sia seria, realistica, plurale e completa, il centro-sinistra ha bisogno di allargare la propria visione integrando istanze, richieste e riflessioni che provengano da tutti i corpi organizzati che ogni giorno vivono immersi nella società, occupandosi preziosamente di vari e variegati pezzi di città. 

Ciò di cui Torino ha bisogno e il centro sinistra ha bisogno, per combattere l’isolamento generato dalla stratificazione sociale ed economica che abbiamo visto crescere in questi anni, è uno spazio aperto, collettivo e condiviso in cui integrare visioni ed esigenze. 

Torino vuole di più, a noi il compito di promuoverlo.

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