Il Comune ha spedito alle 7 del mattino gli uomini Amiat a ripulire il fiume. Tempo quattro ore e anche le rampe dei Murazzi e le arcate del ponte Vittorio Veneto erano state tirate a lucido.
Il Comune è stato di parola. Dopo la denuncia de «La Stampa» sulle condizioni in cui si è ridotto il Po in questi giorni, gli uomini dell’Amiat sono arrivati all’alba lungo il fiume muniti di imbragature, retini e barchette a remi. E hanno ripulito l’alveo dai rifiuti galleggianti compresi quelli che lordavano le pareti dei Murazzi e, a mo’ di palline di Natale, appesi sotto gli archi del ponte.

Promessa mantenuta

A promettere (e poi mantenere) l’intervento di pulizia urgente era stato l’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta giovedì, durante un sopralluogo sul fiume in secca. Quella mattina, insieme con i cronisti, lo ha scoperto zeppo di alghe, puzzolente, ridotto, proprio all’altezza della Gran Madre, a una discarica. «Domani interveniamo» aveva detto, mentre il suo collega Lubatti (responsabile di ponti, canali e fognature) aveva promesso che all’inizio di settembre sarebbero arrivate le falciatrici anti-alghe. E così, come ha spiegato Lavolta, una squadra dell’Amiat con personale specializzato si è calata sui pilastri del ponte di piazza Vittorio e, dopo aver provveduto alla pulizia dell’alveo del Po ha ripulito i basamenti del ponte.

Le alghe e il caldo

E ha aggiunto: «Si tratta di interventi che di norma hanno frequenza trisettimanale». L’intervento, però, secondo il Comune, si è reso più urgente del solito per una serie di concause: il gran caldo che favorisce una crescita eccessiva delle alghe e lo scarso senso civico di qualche torinese che utilizza il fiume come discarica. E così in qualche punto del Po, con l’abbassamento del livello delle acque per via dell’afa, galleggiano i rifiuti e le zanzare trovano le condizioni migliori per riprodursi. Mentre tutt’attorno si diffondono i miasmi.

La lotta alle zanzare

Su una cosa Palazzo Civico non è proprio d’accordo. Che la Città abbia abbandonato il fiume. «Ad agosto gli operatori sono già intervenuti nei giorni 4, 8, 9, 10, 18, 25 e 26. Il 5 agosto, invece, la pulizia ha riguardato la sponda e la massicciata che si trovano subito dopo la diga». Lo stesso può dirsi – dicono sempre in Comune – per gli interventi di lotta biologica integrata alle zanzare che l’Ipla (l’Istituto per le piante da legno e l’ambiente) realizza per l’amministrazione. Nel mese di agosto sono continuati gli interventi larvicidi su focolai ordinari – scoli, laghetti o vasche presenti nei parchi cittadini – o su zone allagate da acqua piovana o da perdite idrauliche e sulle caditoie stradali, cominciati nello scorso mese di maggio».

«I cittadini ci aiutino»
«Nella lotta alle zanzare – i luoghi maggiormente a rischio di vederle sviluppare sono quelle private – ecco perché così come per la pulizia della città è molto importante che anche in questo caso i torinesi facciano la loro parte – ha aggiunto Lavolta – la riqualificazione fluviale, infatti, oltre che dalle questioni tecniche, passa anche da una vera e propria cultura del fiume».

Un tavolo per salvare il Po

«Da parte nostra – ha concluso l’assessore – continueremo a lavorare per rendere Torino e il Po ancora più belli e puliti. Ecco perché la Città sta mettendo a punto una strategia forte insieme con tutti i soggetti dell’area di Bacino, a partire dai comuni e dalle autorità competenti arrivando ai privati e al mondo associazionistico. Una visione di rottura con la vecchia logica delle competenze territoriali che si inserisca nella pianificazione territoriale di area più vasta su cui è competente l’intero Bacino».

Il pensiero dei pescatori

«Il problema del Po – spiega Massimiliano Borgia, dell’Unione Consigli di Valle dei Pescatori della provincia – è che in estate c’è la secca totale dei suoi affluenti. A partire dall’inizio della stagione irrigua del mais (fine giugno) i grandi canali prelevano quantità enormi di acqua». Continua: «Quando ad agosto le portate si riducono per la fine dello scioglimento dei nevai i fiumi vanno in secca totale. I torinesi non sanno che l’acqua del Po in estate non è quella che arriva dal Monviso. L’acqua estiva di questo fiume è solo acqua di risorgiva mista a scoli di depurazione». Nel 2009 un ordine del giorno presentato da Monica Cerutti di Sel chiedeva che anche il Comune di Torino si interessasse al mancato rispetto del deflusso minimo vitale a monte. Ma per il momento non è seguita alcuna azione concreta.

Il plauso dei residenti

Ieri mattina, c’erano parecchi cittadini alla finestra che plaudivano al lavoro di pulizia dell’Amiat: «E’ la prima volta che li vedo arrivare così in forze – spiegava Maria Minervino dal suo balcone affacciato su Lungo Po Diaz – e poi quest’intervento all’alba, subito dopo il sopralluogo dell’assessore, ci ha stupito con piacere, vuol dire che il Comune funziona. Speriamo soltanto che non capiti una volta all’anno e basta perché ne hanno parlato i giornali». Comunque, già ieri mattina, il numero di insetti presenti in zona sembrava drasticamente diminuito: «Stanotte ho potuto dormire finalmente con le finestre aperte – ha aggiunto Giovanni Peralinno – un abitante di via Matteo Pescatore e speriamo ancora che la situazione migliori di giorno in giorno».

 

Emanuela Minucci
La Stampa – Torino

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