Palloni di plastica, bottiglie di birra, flaconi di detersivo, ramaglie, ma anche bambole che sguazzano in rivoli di detriti e fango. Sullo specchio d’acqua davanti alle arcate sbarrate dei Murazzi questo era il paesaggio che fino a ieri si poteva ammirare “a pelo d’acqua”, finché le squadre “navali” dell’Amiat, messe in allerta dall’assessore all’ Igiene urbana, Enzo Lavolta, non hanno spazzato via l’immondizia galleggiante armate di retino, anziché di ramazza. «Quando c’erano i locali aperti — rammenta nostalgico Lavolta — alcuni di loro, oltre a rappresentare un presidio fisso, si facevano carico direttamente di parte della pulizia, o quantomeno segnalavano le situazioni critiche». Allora, c’è anche da dire, gli “spazzini in barca” passavano tre volte alla settimana, con scadenze fisse, per la pulizia cosiddetta «a pelo d’acqua». Adesso si interviene quando ce n’è bisogno, su segnalazione, soprattutto nel periodo estivo, quando con il grande caldo prolificano le alghe che aiutano a bloccare i rifiuti. «Con i Murazzi in piena attività — spiegano dall’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti — i passaggi erano più frequenti. In seguito il Comune ci ha chiesto di ridurre i costi e così il servizio è stato tagliato» e i 4 operatori impiegati mandati a pulire le strade. Spinto dalle foto pubblicate sul sito di Repubblica, l’assessore Lavolta aveva cominciato la giornata di ieri con un sopralluogo per rendersi conto della situazione. Da lì la decisione di anticipare e di concludere in giornata la pulizia prevista in questi giorni.

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