Audizione questo pomeriggio, durante la riunione della Commissione Lavoro presieduta da Enzo Lavolta, del direttore del Centro di produzione della Rai di Torino, Maurizio Braccialarghe, alla presenza delle organizzazioni sindacali e di diversi lavoratori del Rai.

Braccialarghe ha spiegato come la Rai da un lato sia alla ricerca di una maggiore competitività (il digitale terrestre ha di fatto quadruplicato le reti, passando da tre a tredici), dall’altro persegua l’obiettivo di un equilibrio di bilancio.

Ha evidenziato come, da questo punto di vista, non aiuti l’evasione del canone che ammonta a circa 400 milioni di euro l’anno e la riduzione di raccolta di pubblicità, dovuta alle condizioni generali di crisi ed è in questo contesto che si è avviata la discussione sul nuovo piano industriale della Rai.

E’ stato aperto un cantiere dedicato all’assetto editoriale dell’azienda che prevede equilibrio tra autonomia dei direttori di rete e l’esigenza di sviluppo di nuovi generi televisivi. La Rai, infatti, tende ad organizzarsi per produzioni specifiche (ad esempio Rai Fiction) per poi affidare i prodotti ad ogni singola rete che ne curerà la programmazione.

Il Centro di produzione Rai di Torino dovrebbe dar vita ad un polo specializzato per la Tv dei ragazzi, attraverso i canali tematici Rai Gulp e Rai Yoyo ma, ha aggiunto Braccialarghe “si è creata tensione poiché ancora l’azienda non ha individuato il responsabile per la produzione della tv per ragazzi. Se Torino avrà questo compito, dovrà occuparsi dell’ideazione, della creazione e della produzione in collegamento con le realtà del territorio che possono supportare questa attività (ad esempio Virtual Reality).

Ma vi sono anche altri progetti sui quali Torino potrebbe essere coinvolta: il rapporto con tv transfrontaliere (Francia e Svizzera), una webtv sul sistema musicale torinese, il progetto di portare sotto la Mole le teche sulla radiofonia della Rai.

Per le organizzazioni sindacali, l’operazione sulla tv per l’infanzia è importante ma non sufficiente. Occorre ragionare in termini di struttura complessiva dell’azienda, affrontando il tema dei tagli e delle esternalizzazioni previste, e pensando a nuovi investimenti per l’Orchestra sinfonica.

A tal proposito, Braccialarghe ha sottolineato i costi dell’Orchestra: 10 milioni l’anno più 3 milioni 400 mila euro per l’organizzazione della stagione, a fronte di ricavi per 1 milione e 600 mila euro.

Per questo, ha detto il direttore del Centro di produzione, occorre che le istituzioni, insieme ai sindacati, ricerchino un rapporto formale con l’azienda utile a dimostrare che Torino dispone di elementi sì di sviluppo ma legati alle esigenze di bilancio e di competitività della Rai.

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