In questi ultimi giorni il confronto tra il governo e le parti sociali ha subito una decisa accelerazione: si sono moltiplicati gli incontri rispetto ai diversi argomenti che compongono il processo di concertazione. Le molte notizie, riportate dagli organi d’informazione, sono state spesso molto contraddittorie e, in alcuni casi, fuorvianti. Per questo è utile fare il punto sulla trattativa. Com’è ormai noto, le risorse necessarie per avviare le riforme oggetto della concertazione sono quelle ricavate dall’extragettito fiscale. Questo è stato stimato nell’ordine di 10 miliardi di euro, ma la maggior parte dovrà essere destinata a ridurre il debito pubblico per rispettare gli impegni presi con l’Unione Europea. In definitiva sono 2,5 miliardi di euro le risorse destinate al miglioramento del welfare: è comunque una cifra notevole (5.000 miliardi delle vecchie lire) anche se le organizzazioni sindacali hanno dichiarato di ritenere tale cifra insufficiente rispetto alle esigenze.In quest’ambito i punti prioritari d’intervento espressi dal governo sono la rivalutazione delle pensioni più basse e nuove tutele per i giovani. PrevidenzaI principali punti, che sono oggetto della proposta del governo, sono i seguenti:
• Rivalutazione delle attuali pensioni più basse, con particolare riferimento ai contributi versati, ma anche alle condizioni di reddito dei destinatari.
• “Totalizzazione” dei contributi agli effetti della maturazione della pensione, in altre parole la possibilità di sommare periodi contributivi versati a casse previdenziali diverse (con l’attuale legislazione molti giovani rischiano di perdere i periodi in cui hanno avuto rapporti di collaborazione).
• Possibilità di riscattare la laurea a costi più accessibili rispetto agli attuali.
• Superamento dello “scalone” introdotto da precedente governo (secondo la legge vigente dal 1/1/2008 l’età minima per la pensione di anzianità passa a 60 anni): l’ipotesi su cui si sta discutendo è l’introduzione di “scalini” che rendano molto più graduale l’elevamento dell’età pensionabile.
• Modifica dei coefficienti di trasformazione, salvaguardando, però, i trattamenti di coloro che non hanno avuto la possibilità di maturare una pensione adeguata, soprattutto per effetto di rapporti di lavoro discontinui.
• Riordino, con l’ipotesi anche di una unificazione, degli enti previdenziali.• Armonizzazione dei trattamenti ed eliminazione delle aree di privilegio pensionistico ancora esistenti.Nuove tutele socialiIn questo ambito si tratta di individuare nuovi ammortizzatori sociali per tutti coloro che perdono il lavoro. In particolare:
• Una nuova indennità di disoccupazione uguale per tutti, che sostituisca la disoccupazione ordinaria e la mobilità.
• Una nuova cassa integrazione che sostituisca e unifichi gli attuali istituti di cassa ordinaria e straordinaria.
• Tutela dei rapporti di lavoro discontinui, con strumenti di sostegno al reddito e alla copertura figurativa nei periodi di interruzione lavorativa.La proposta prevede l’universalità di questi nuovi istituti (che sono quindi fruibili da tutti i lavoratori indipendentemente dalla categoria o dalla dimensione aziendale), ma la loro erogazione sarà condizionata dalla disponibilità del lavoratore ad accettare posti di lavoro alternativi o effettuare eventuali corsi di formazione e riqualificazione. Ovviamente questo richiede un generale miglioramento dei servizi per l’impiego e una riorganizzazione delle funzioni degli uffici pubblici competenti, responsabili dell’erogazione dei nuovi ammortizzatori sociali e del loro controllo.Mercato del lavoroQuesto capitolo comprende il superamento della legge 30/03 e la modifica della normativa sul contratto a tempo determinato. In questo ambito si tratta di abrogare alcune delle forme di rapporto di lavoro particolarmente precarizzanti (come il lavoro a chiamata e lo staff leasing), ma anche regolare diversamente una serie di rapporti di lavoro (part time, apprendistato, inserimento ecc.) migliorando le tutele per i lavoratori. In particolare per quanto riguarda il contratto a termine è necessario reintrodurre la possibilità che la contrattazione sindacale stabilisca dei limiti al loro utilizzo (causali e percentuali massime di assunzione), ma anche dei limiti rispetto alla possibilità di reiterare nel tempo rapporti di lavoro precari.Contrattazione di secondo livelloNelle proposte del governo vi è anche l’ipotesi di sostenere/incentivare la contrattazione aziendale. Come è noto esiste già una normativa che riduce il costo del lavoro dei premi variabili aziendali, riducendo i contributi previdenziali a carico delle aziende. Tuttavia questa misura comporta una riduzione dei contributi per i lavoratori (infatti, i premi variabili fino al 3% della retribuzione lorda annua sono esclusi dalla retribuzione pensionabile), perciò un eventuale intervento di ulteriore incentivazione non può comportare ulteriori decontribuzioni, che influirebbero negativamente sulle future pensioni dei lavoratori.I tavoli di concertazione affrontano anche altri argomenti che riguardano lo sviluppo del paese (come la riforma della pubblica amministrazione, le misure di rilancio del Mezzogiorno ecc.): qui si è voluto affrontare solamente le proposte attinenti al lavoro e alle pensioni, che sono quelle che dovrebbero assorbire le risorse già rese disponibili. Eventuali altre misure riportate dagli organi d’informazione (interventi sulla tassazione delle case, misure a favore delle famiglie ecc.) avrebbero invece bisogno di coperture finanziarie aggiuntive per non tradursi nell’immediato in una riduzione delle misure a favore del lavoro e delle pensioni.Ovviamente le proposte qui elencate devono passare il vaglio della trattativa e le scelte finali saranno concertate con le parti sociali. In ogni caso l’obiettivo è di concludere entro il prossimo mese di giugno, prima che si apra la discussione sulla futura programmazione economica e finanziaria dello stato.

Nota di Piero Pessa (segreteria regionale, resp. Politiche del Lavoro)

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